Ci può essere qualcosa di più anacronistico di un romanzo in versi? Eppure, che si parli di emigranti o di dottorandi, i nostri autori cercano di fissare la realtà storica e sociale proprio attraverso la forma del romanzo in versi.
Fabiano Alborghetti, Maiser, Marcos y Marcos 2017
“E dicendo di quell’uno / di quanti altri avrai parlato?”: si chiude così il romanzo in versi di Fabiano Alborghetti, che mette in scena la storia di un “uomo normale” (così l’incipit), di una “vasta famiglia” di emigranti del Sud, attraverso una lunga porzione di storia italiana novecentesca. Dalla vicenda individuale alla storia collettiva, e un tempo si sarebbe potuto aggiungere dalla coscienza individuale a quella di classe, questo libro prova a mettere al lavoro la poesia sul piano della narrazione sociale. Da L’opposta riva (2006), con i suoi clandestini senza nome braccati dal destino, agli orrori quotidiani di Registro dei fragili (2009), Alborghetti ha sempre affondato i suoi strumenti poetici nella realtà più bruciante. (Fabio Pusterla)
Il romanzo ha vinto lo Schweizer Literaturpreis 2018. L’edizione in tedesco uscirà in autunno presso Limmat Verlag.
Fabiano Alborghetti, nato nel 1970 a Milano, vive e lavora in Ticino. Poeta, scrive per riviste letterarie ed è anche fotografo. Si occupa della diffusione della poesia, in particolare di poeti ticinesi attraverso diversi canali, incluso la radio; segue progetti di poesie nelle scuole, carceri ed ospedali.
“Perciò veniamo bene nelle fotografie“: è una delle tante immagini, geniali e disarmanti, con cui il protagonista coglie il senso di sé e dei suoi comquilini – universitari, operatori di call center, neo manager di multinazionali. Tra un prosecco di sottomarca e uno slancio esistenzialista, questi eroi minimi condividono “giovinezze devastate dal tempo scagliato altrove” in un quartiere della Padova popolare. Francesco Targhetta, con i suoi versi liberi e visionari, costruisce una vera storia, che invita tutti a identificarsi, guardarsi con tenerezza e, infine, ridere di sé.
Le vite potenziali, Mondadori 2018
Al centro di questo romanzo ci sono tre vite, tre modi diversi e complementari di sopravvivere alla contemporaneità. Alberto fondatore della Albecom, azienda informatica di Marghera, Luciano, compagno di liceo e programmatore, Giorgio, il procacciatore di nuovi clienti. Le giornate dei tre amici si intrecciano in un groviglio di segreti e tradimenti che si dipana tra la provincia veneta e le città di mezza Europa e che li costringerà, infine, a compiere scelte sofferte e decisive.
Le vite potenziali (Mondadori 2018) è il suo primo romanzo in prosa. Finalista Al Premio Campiello 2018 (Premio Selezione Campiello) – vincitore del Premio Berto 2018.
Francesco Targhetta (Treviso, 07/10/1980) vive a Treviso, dove insegna materie letterarie. Dopo aver concluso all’università di Padova un dottorato in Italianistica, durante il quale ha curato la riedizione de Gli Aborti di Corrado Govoni (Genova, San Marco dei Giustiniani, 2008), ha lavorato come assegnista a un progetto antologico sulla poesia simbolista di fine ‘800. Ha pubblicato un libro di poesie (Fiaschi, ExCogita, 2009) e un romanzo in versi (Perciò veniamo bene nelle fotografie, Isbn, 2012, Mondadori 2019).
Moderazione: Daniel Graziadei, LMU
In italiano e tedesco
In collaborazione con Lyrik Kabinett
con il sostegno di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura
Ingresso 8,-€
Foto Alborghetti (c) Lukas Maeder